Kenya, mercato del lavoro tra disuguaglianze di genere e predominio del lavoro autonomo

di Jesica Akeyo Ogindo e Brenda Chao Mbogho – Progetto FIK

Il mercato del lavoro keniota presenta ancora forti squilibri, soprattutto lungo la dimensione di genere. È quanto emerge da un’analisi sui dati 2022 dell’International Labour Organization (ILOSTAT), elaborati nell’ambito del progetto FIK (Friendship Italia-Kenya), promosso da Aprinternational, Confprofessioni e dal Ministero del Lavoro del Kenya.

Partecipazione al mercato del lavoro

  • Tasso di occupazione: 60,6% uomini; 49,4% donne

  • Tasso di disoccupazione: 4,4% uomini; 7,4% donne

  • Tasso di inattività: 36,6% uomini; 46,7% donne

Il divario è evidente: quasi una donna su due in età lavorativa non partecipa al mercato del lavoro, spesso a causa di ruoli di cura familiari, aspettative culturali e scarsa disponibilità di lavori flessibili.

Distribuzione della forza lavoro

  • Forza lavoro complessiva: 53,4% uomini; 46,6% donne

  • Occupati: 54,2% uomini; 45,8% donne

La disparità si accentua se si considerano solo gli occupati, confermando la maggiore difficoltà per le donne ad accedere a un impiego.

Tipologie di occupazione

  • Totale occupati: 66,5% autoimpiego; 32,8% lavoro dipendente; 0,7% non classificati

  • Uomini: 59,1% autoimpiego; 40,5% dipendenti

  • Donne: 75,0% autoimpiego; 23,9% dipendenti

Il lavoro autonomo rappresenta la forma di impiego dominante, ma per le donne è quasi l’unica opzione, a conferma della loro maggiore esclusione dai lavori formali e salariati.

Settori di autoimpiego

  • Agricoltura, silvicoltura e pesca: 61,5% del totale (65,9% donne; 56,6% uomini)

  • Commercio all’ingrosso e al dettaglio: 16% del totale (19,5% donne; 12,2% uomini)

  • Trasporto e logistica: 4,9% del totale (9,1% uomini; 0,2% donne)

  • Attività professionali, scientifiche e tecniche: 0,8% del totale (1,3% uomini; 0,3% donne)

  • Sanità e assistenza sociale: 0,3% del totale (0,4% uomini; 0,3% donne)

Il quadro settoriale mostra la centralità delle attività agricole e commerciali, che assorbono la maggioranza degli autoimpiegati, mentre le libere professioni rimangono marginali.

Prospettive e raccomandazioni

Per rafforzare l’inclusione e ridurre le disuguaglianze di genere, l’analisi sottolinea la necessità di:

  • potenziare l’accesso delle donne a istruzione, formazione tecnica e professionale;

  • ampliare le opportunità di credito e mercato per le imprenditrici;

  • rafforzare la protezione sociale per i lavoratori informali;

  • sostenere lo sviluppo dei settori emergenti e professionali.

In conclusione, garantire equità di genere nel lavoro non è solo una questione sociale, ma rappresenta un prerequisito essenziale per uno sviluppo economico più sostenibile, inclusivo e competitivo per il Kenya.

Leggi l’articolo completo sul sito dell’Osservatorio delle Libere Professioni!