IFAD: investire nel “primo miglio” rurale per garantire sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile

“Investire nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo è la chiave per garantire sicurezza alimentare, crescita economica e stabilità globale”, Questo il messaggio emerso dal 48° Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), che ha riunito leader politici, economisti e agricoltori da tutto il mondo per discutere le sfide e le opportunità del settore agricolo.

Il rapporto della Banca Mondiale, basato su dati ottenuti direttamente dai nuclei familiari provenienti da 89 paesi in via di sviluppo, evidenzia che nelle aree rurali quattro persone su cinque vivono in povertà estrema. Stravolgendo il paradigma, l’IFAD considera queste zone non come “l’ultimo miglio”, ma come il primo miglio, il punto da cui parte la produzione alimentare che nutre il mondo. I piccoli agricoltori, responsabili del 70% del cibo consumato nei Paesi a basso e medio reddito, sono al centro di questo processo, ma necessitano di investimenti per aumentare produttività e reddito.

“Stabilizzare le comunità rurali attraverso investimenti nella loro produttività e nelle economie locali è fondamentale. Ciò crea occupazione, aumenta i redditi e può fungere da motore di crescita per l’intera economia”, ha dichiarato Alvaro Lario, Presidente dell’IFAD, nel suo intervento di apertura. “I piccoli agricoltori sono imprenditori e devono avere accesso a tecnologia, capitale e mercati, come qualsiasi altro settore produttivo”.

A sottolineare l’urgenza di azioni concrete è stato anche Re Letsie III del Lesotho, che ha evidenziato i costi economici e sociali della malnutrizione: “Nei Paesi africani, la denutrizione infantile causa perdite tra l’1,9% e il 16,5% del PIL annuale”. Il sovrano ha quindi invitato i governi a destinare una maggiore quota dei loro bilanci alla nutrizione per interrompere il ciclo di povertà e malnutrizione.

La crescita economica legata all’agricoltura è fino a tre volte più efficace nel ridurre la povertà rispetto ad altri settori e può arrivare fino a 11 volte nell’Africa subsahariana. Tuttavia, le sfide legate ai cambiamenti climatici pesano sempre più sulle comunità rurali. “Riconosciamo il ruolo unico dell’IFAD nel sostenere il ‘primo miglio’, dove si può fare una reale differenza”, ha affermato Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze italiano. Sulla stessa linea, Julius Maada Wonie Bio, Presidente della Sierra Leone, ha sottolineato che “Le economie rurali sono la spina dorsale del nostro sistema produttivo, ma subiscono le conseguenze del cambiamento climatico. Con il giusto supporto, queste comunità possono sostenere sé stesse e le loro economie”.

Un momento chiave del Consiglio è stata la presentazione della nuova Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà, un’iniziativa che punta a rafforzare il coordinamento internazionale per accelerare i progressi. “Grazie a questa alleanza, possiamo combinare azioni per combattere fame e povertà con strategie per costruire resilienza e proteggere le comunità”, ha dichiarato Janja Lula da Silva, First Lady del Brasile. “Dobbiamo unire conoscenze, politiche e finanziamenti per promuovere soluzioni concrete e trasformative”.

Il pomeriggio del summit si è concentrato su soluzioni innovative per aumentare gli investimenti nelle aree rurali, riconoscendo il ruolo cruciale del finanziamento allo sviluppo. Con l’insicurezza alimentare e la crisi climatica in aumento, i leader hanno ribadito che la mobilitazione di risorse finanziarie è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per le comunità rurali e l’intera economia globale.

 

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